Non c'è età per iniziare un viaggio.
Lucy Hull, 26 anni, e Ian Drake, 10 anni, frequentano la stessa biblioteca: lui, appassionato di libri, bambino di intelligenza e perspicacia superiori alla media, lei, giovane bibliotecaria per vocazione e necessità.
Due persone diverse, di generazioni diverse, con sogni e prospettive diverse...ma una grande passione in comune: la lettura.
I due si incontrano ogni giorno, e Lucy diventa complice e amica di Ian, colei che gli apre il mondo della letturatura, quella fantastica, che nasconde significati di libertà, quella negata e nascosta dalla ricca famiglia di Ian, conservatrice e bigotta, più impegnata ad eseguire censure, che a riconoscere che il figlio sta crescendo e cambiando.
Sarà proprio in Lucy che Ian troverà la sua via di fuga, il suo momento di libertà da una vita che inizia a stargli stretta, senza nemmeno capire il perchè, "obbligandola" ad un viaggio senza meta.
Missouri, Missisipi, Illinois, Ohio, Vermont, proseguendo fino al confine col Canada.
Su una vecchia e arrugginita auto azzurra, tra motel, fast food, biblioteche e bizzarri incontri, Lucy e Ian macineranno miglia e miglia, alla ricerca di un attimo di libertà.
TITOLO: L'angolo dei lettori ribelli AUTORE: Rebecca Makkai EDITORE: Piemme PAGG 363 |
Rebecca Makkai ha scritto una favola per adulti.Ho scelto il suo romanzo perchè il titolo mi è piaciuto subito...mi aspetto sempre molto da un bel titolo.
Infatti, "L'angolo dei lettori ribelli" apre scenari inaspettati e diversi tra loro.
La biblioteca di Hannibal, Missouri, è l'angolo in cui Ian, protagonista insieme a Lucy di questa storia, si rifugia ogni giorno.
Ed è anche l'angolo di Lucy, giovane bibliotecaria, dedicata al settore ragazzi, alla prese con un passato da capire, e un futuro ancora assolutamente incerto.
Penso che le biblioteche abbiano un fascino irresistibile. Il silenzio, il profumo della carta, la libertà di vagare indisturbati tra scaffali colmi di libri, innumerevoli possibilità di avventure, riflessioni, risate, emozioni. Tutto questo a portata di mano.
Nei libri delle biblioteche si attacca in modo permanente la vita di ogni lettore...quei libri hanno viaggiato più di ogni uomo sulla terra: hanno visto case diverse, hanno soggiornato in zaini e borse di ogni genere, sono stati aperti, chiusi, consultati, sfogliati innumerevoli volte. Hanno anche subito traumi, sono stati però accomodati, forse molte volte, sono anche sporchi, si, ma quella è la vita che si portano appresso.
Torniamo a noi...anzi, ai nostri lettori ribelli.
Saliamo con Lucy e Ian su quella mitica auto azzurra giapponese e percorriamo con loro il lungo viaggio dal Missouri al Canada.
E così, seduti dietro di loro, aspettiamo che decidano cosa fare, quale direzione prendere, se proseguire o tornare a casa. Meglio fuggire? Il lettore se lo chiede, continuamente...e anche Lucy.
Figlia di un fuggiasco russo, porta dentro di sè la tendenza a guardasi le spalle, al sospetto, con un'idea di America come luogo in cui non puoi nasconderti ed essere dimenticata...perchè prima o poi qualcuno busserà alla tua porta per chiederti spiegazioni.
Ai più insensibili tutto questo può sembrare solamente la follia di una donna, che in modo più o meno evidente, rapisce un bambino e lo porta in giro per l' America.
Si sbagliano: è la storia di una giovane che non è riuscita a capire se stessa, che è confusa dalla propria vita, e che si sente responsabile della vita di Ian, e si convince di essere per lui l'unica possibilità di conoscere la libertà, quella libertà a lui negata dalla famiglia: libertà di agire, di sperimentare la vita, e soprattutto di leggere quello che vuole, e quindi di pensare, fantasticare, sognare.
La sua ancora di salvezza.
Non so cosa avrei fatto al posto di Lucy; lei lascia che sia Ian a decidere le sorti di quel viaggio, e lui ha semplicemente voglia di viaggiare e di vedere, anche solo dal finestrino, un mondo che ancora non conosce.
Mentre leggevo pensavo"...chissà i genitori di Ian, a casa....chissà se Lucy verrà licenziata...chissà se la polizia la sta cercando..."
Ma non sono questi gli interrogativi da porsi.
Se ci fermiamo a guardare con attenzione i due fuggiaschi possiamo notare una luce abbagliante...proviene dagli occhi di Ian. E' la luce dell'entusiasmo, della curiosità, dell'allegria, della fantasia...la luce della giovinezza, che solo se le permetti di uscire è capace di inondare quanti sono vicini.
Allora si che nascono le domande importanti: noi, che leggiamo, abbiamo fatto il nostro viaggio? Abbiamo avuto anche noi la nostra Lucy che ci ha accompagnato per un pezzo importante di vita...mettendo a repentaglio o almeno, in discussione, la propria? E' bello pensarci, no?
Allora...partiamo con loro! E non preoccupiamoci di saper quale sarà la nostra meta. La cosa più importante, in questo caso, è l'esperienza grandiosa che il viaggio ci regala.
"Quel che mi serviva, in un tale frangente, era il romanzo perfetto da mettergli in mano, quello che l'avrebbe fatto volare a cinquanta mila miglia di distanza..." cit. pag. 88
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