TITOLO: FAUBOURG AUTORE: Georges Simenon EDITORE: Adelphi PAGG. 136 |
Un soprabito di lana nero, molto attillato, un cappello di feltro a tesa larga, e un bastone da passeggio con l'impugnatura d'oro, sempre ben lucidata. De Ritter sembra un attore in tournée.
Da oltre vent'anni non torna nella sua città natale, e decide di farlo insieme a Léa, conosciuta in una casa chiusa di Clermont-Ferrand. Morbida, grassottella, vestita in modo volgare e con qualche difficoltà a reggersi sui tacchi, Léa accetta di partire con lui, lusingata dalla possibilità di fare dei bei quattrini.
Una coppia di questo genere certo non passa inosservata in una città in cui tutto è immobile, lo stesso, da sempre. Le case, i negozi, i rumori, gli odori, la gente...tutto. Motivo per cui De Ritter anni prima decide di arruolarsi e di non tornare più. Cosa lo spinge, quindi, a cercare fortuna proprio in questa città di provincia, dove tutto ha un nome, dove riemergono ricordi e vecchie ferite?
Léa non capisce, lui non spiega, non risponde alle sue provocazioni, chiuso nella sua rabbia, e concentrato sui suoi oscuri piani.
De Ritter ha passato gli ultimi vent'anni a girare il mondo, ha vissuto nei luoghi più esotici, fatto tutti i mestieri. Guadagnato soldi, avuto donne e fama, conosciuto le persone più influenti e vissuto esperienze incredibili.
Questo è ciò che racconta, ma il suo passato è un altro. Ed è nascosto in un vecchio e gross baule, suo unico bagaglio, inaccessibile a tutti, chiuso con doppi lucchetti.
Cosa si cela in quel baule? Cos'ha in mente De Ritter, al secolo Renè Chevalier?
Un romanzo piacevolmente scorrevole, un'ambientazione ben delineata. Una storia misteriosa, dal gusto amaro, e dal finale sospeso.
Georges Simenon |
Noto a tutti come l'inventore del Commissario Maigret, protagonista di romanzi e racconti polizieschi, da cui sono state tratte svariate trasposizioni cinematografiche.
Georges Simenon è definito uno dei più prolifici scrittori del XX secolo: con protagonista il commissario Maigret scrisse settantacinque romanzi e ventotto racconti. Ma la sua bibliografia è molto più ampia. Ha scritto romanzi gialli, psicologici, romanzi autobiografici, romanzi popolari, e tanto altro.
Non posso proprio dire di conoscere questo scrittore perché "Faubourg" è il secondo romanzo di Simenon che scelgo di leggere.
Circa un anno fa lessi "La camera azzurra", e ne rimasi piacevolmente colpita. Lo ricordo bene, e l'ho consigliato a molti per parecchio tempo.
Devo dire che ho avuto la stessa ottima impressione anche con questo romanzo.
Breve, sono 136 pagine, scorrevole, una storia ben articolata, ben costruita e intesa.
I personaggi sono alquanto misteriosi, tutti, nessuno escluso.
Il protagonista, De Ritter, è un uomo dalla personalità apparentemente oscura, incomprensibile...ma nello svolgersi della vicenda il lettore prende confidenza coi suo modi, rudi e scontrosi, inizia a intuire cosa c'è sotto quella ruvida scorza, sotto quell'insolito soprabito nero.
Voglia di rivalsa, necessità di dimostrare alla madre, ai parenti tanti odiati, alla gente che l'ha visto crescere, di non essere un dilettante, un borghese alla pari di tutti i suoi concittadini...come forse anche Léa pensa...Le giornate di De Ritter sono una sfida continua, e una sfiancante ricerca di denaro, ad ogni costo.
Non contano le vecchie amicizie, non lo ferma l'amore di una vecchia zia, o il legame con la madre, che nonostante tutto è sempre sua madre...Vuole fare soldi...per cosa, poi?
Ha strani attacchi d'ira, grida senza motivo, entra in una casa con buone intenzioni poi il soffocamento, l'oppressione dei posti che conosce, in cui ha vissuto, da cui ancora adesso deve scappare. Un personaggio che fa continuamente i conti con la sua voglia di normalità, che allo stesso tempo non riesce ad accettare.
Sullo sfondo Léa, fondamentalmente buona, semplice...quasi troppo. Innamorata di lui, si. L'autore non parla mai d' amore. Ma De Ritter torna sempre da lei, è da lei che ama essere guardato mentre dorme, è sua la compagnia che cerca la sera, seppur in squallide taverne ai confini della città. Con Léa non ha voglia di parlare, non si confida, ma la vuole accanto a sé. Sempre. E nessuno deve interrompere questo equilibrio. Che, si capirà nel finale, difenderà ad ogni costo. Léa è il suo passato, non è il presente e nemmeno il futuro. Léa rappresenta ciò che è stato, ciò che non può raccontare, ciò che è realmente.
Un romanzo che ben dimostra l'attitudine dell'autore al mistero, al giallo che prende piede nel finale sospeso. Un romanzo di facile lettura, senza mai essere scontato. Una storia che potrebbe continuare, dal seguito ancora più appassionante.
A presto con altre opere di Simoneon...credo che continuerà a sorprendermi!
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