martedì 11 febbraio 2014

Stoner


Stoner
John Williams
1965 prima pubblicazione
Febb 2012 I ed.italiana
Fazi Editore
332 pp
di John Williams

William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarantanni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. Come riesce l'autore in questo miracolo letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. È il caso che abbiamo davanti. (Dalla postfazione di Peter Cameron)




copertina del 1965
John Edward Williams (Clarkville, 22 Agosto 1922 - Fayetteville, 3 Marzo 1994) autore sconosciuto a molti, sicuramente poco conosciuto in Italia.
Dopo la pubblicazione di Stoner da Fazi Editore questo autore è stato riscoperto, celebrato da molti,
più che apprezzato, con la conseguente pubblicazione in Italia di un altro suo romanzo,  Butcher's Crossing (Fazi Editore, 2013).
La sua fama era già giunta in Italia con la pubblicazione nel 2010 di Augustus, romanzo storico, ma solamente con l'arrivo di Stoner la critica si è risvegliata sul suo conto.
Sono certa che anche la postfazione al libro scritta dal celebre Peter Cameron, abbia contribuito ad attirare l'attezione di esperti e/o comuni lettori su questo, a mio avviso, splendido romanzo.
Come ben espone Cameron, e certamente non posso che trovarmi in assoluto accordo, Stoner è la storia di un uomo comune: questa vita, così schiva, e lontana dai riflettori,  una vita così ordinaria è materia che compone una storia alquanto straordinaria.
Stoner è un uomo da osservare: il lettore si pone come in attesa di una metamorfosi, aspetta un cambiamento, qualche avvenimento. Questo romanzo si legge restando in sospeso tra l'empatia e l'avversione. Progressivamente lo schivo professore diviene più interessante, quasi come se la lenta ma evidente conoscenza del suo stesso io, provocasse un sempre più crescente interesse nel lettore.
Più William Stoner conosce se stesso e quello che probabilmente desidera essere e diventare, più il lettore si affeziona a questo personaggio, e il suo essere silenzioso, pacato, e forse anche alle volte rassegnato, diventano i punti di forza di una storia che esiste malgrado Stoner. Una storia che ha forza, intensità, e che cattura, pagina dopo pagina.
John Williams arricchisce la storia di personaggi più che mai affascinanti; come ben espone Peter Cameron a proposito di Edith, la moglie di Stoner, su ogni personaggio potrebbe essere a sua volta scritto un romanzo altrettanto vincente.
John Williams
L'autore non lascia nulla al caso, nulla non descritto o indefinito: oltre a Edith ho trovato molto interessante e intenso il rapporto tra Stoner e Lomax, questo uomo parzialmente storpio, ma dai bei lineamenti, perennemente in competizione con Stoner, determinato a mettergli i bastoni tra le ruote e a rivendicare la propria autorità e competenza.
Poi incontriamo la piccola, e poi adulta, Grace. Questa figlia, amata da Stoner con estrema delicatezza di gesti e parole, che va incontro ad un destino amaro quanto quello dei suoi genitori. Un personaggio a cui il lettore affida la possibilità del riscatto, come se una nuova vita possa anche significare occasione di cambiamento, novità, rinnovamento. Ma si può cancellare le proprie radici? Si può rifiutare la materia di cui si è fatti? Una bella figura quella di Grace, che commuove profondamente.
Stoner: dalla dura terra che coltivava col padre in una piccola fattoria nel Missouri, al dipartimento di Inglese dell'Università di Columbia. Un nuovo secolo pieno di possibilità interrotte bruscamente dalla guerra, alla quale Stoner non parteciperà, segno ulteriore della sua lontanza dal pensare comune dell'epoca.
Un personaggio diverso da tutti, guardato per tutta la vita con dubbio e rispetto, un uomo da cui non ci si aspettano slanci, scelte drastiche, cambiamenti, colpi di scena. Un intellettuale, segretamente innamorato della lettura, dei poeti, dei grandi letterati, ma incapace di comunicare questa passione che arde dentro di lui.
Ancora prima di essere uomo, marito, amante, amico William Stoner  è un professore. Questo è ciò che ha scoperto di essere e ciò che unicamente sa di poter essere. Ed è questa l'unica cosa che difenderà per un'intera vita a costo di sacrificare tutto il resto.
Stoner confonde, affascina, commuove...parla di vita, di attesa, di morte, di amore. Un amore che è qualcosa di incomprensibile e temibile, qualcosa che stordisce e distrae dalla vita.
Un romanzo lieve e forte allo stesso tempo, una scrittura più che perfetta, la vicenda vola con rapidità, indisturbata e il lettore gode di questa storia che lo coinvolge pienamente, a tratti irrita, alle volte emoziona, fino a comunicare una rabbia sottile e nascosta tra le righe convulse di certe discussioni tra docenti.
Consiglio questo romanzo, ora, e continuerò a farlo per molto tempo.
Certa di ciò che sto scrivendo, ricordo la domanda che mi sono portata dentro durante tutta la lettura...come si può scrivere un romanzo così grande?
Perche Stoner è un grande romanzo.
ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO










1 commento:

  1. Vedi che dovevo passare da qui per decidermi definitivamente a leggere questo libro? Ho letto parecchie recensioni al riguardo, sempre positive. La tua è molto appassionata. Brava!

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