martedì 11 marzo 2014

Nulla, solo la notte

Nulla, solo la notte
John Williams
Fazi Editore
138 pp
2014

di John Williams

"Questa stanza è come la mia anima: sporca e disordinata". L'anima di Arthur Maxley è opaca, stretta nell'incertezza della giovane età e in una biografia familiare amara, dove la protezione dei genitori si è polverizzata quando era ancora un ragazzino. Arthur spende la giornata estiva che fa da cornice a questo romanzo breve a San Francisco: qui ci sono le feste di Max Evartz, dove si beve troppo, e l'amico Stafford Lord, sempre in ritardo e terribilmente lamentoso, un giovane viziato da sogni irrealizzabili. Ma non sono le frequentazioni quanto i pensieri ad affollare la mente di Arthur, frammenti di ricordi di un'infanzia che ha al centro una voragine, una madre perduta senza sapere quale sia stata la causa e un padre, uomo d'affari sempre in giro per i continenti, il quale proprio in questo giorno è in città e propone al figlio un incontro. Ed è allora che le parole non si trovano e quelle che vengono pronunciate sono troppo poche e deboli, in un dialogo che non concede nulla al rapporto tra un genitore e un figlio. È a partire da Luisant's, un club immerso nelle strade della metropoli, che consuma la notte e la delusione, un cocktail dopo l'altro con una donna che diventa compagna di solitudini e seduzioni.

Ho scelto di leggere Nulla, solo la notte perchè sentivo il desiderio di conoscere ancora e meglio John Williams.
E in sole centotrentotto pagine ho ritrovato questo autore ancora più vivo e più intenso.
John Williams, uguale nella sua grandezza di scrittore, il padre di Stoner, di quell'uomo apparentemente scialbo e anonimo, ma dall'interiorità complessa, difficile, profonda, destinato ad essere per sempre ricordato, mi ha emozionato e stupito ancora una volta.
Nulla, solo la notte è il romanzo d'esordio di John Williams; un esordio forse non capito, e poco apprezzato.