lunedì 24 febbraio 2014

MASTERPIECE...a cup of questions!

In my opinion...!#3
 
 

A cup of questions...!

Ho commentato solo la prima puntata, quella del 17 Novembre 2013.
Poi mi sono limitata a guardare le puntate delle selezioni, e a lanciarmi in qualche tweet più o meno clemente!
Ieri sera è iniziata la tanto attesa fase finale del programma.
Ok, lo ammetto, non l'ho guardata!
Sono a Milano e in questi giorni è la Fashion Week a far da padrona, mettendosi al centro dell'attenzione con sfilate, eventi, e cene tra colleghi e amici.
I finalisti
Ho visto la puntata questa sera, dal sito della Rai, e devo dire che non è stata male: il ritmo più incalzante, i giurati più rilassati, quasi simpatici, e finalmente gli aspirante scrittori più naturali, spontanei nei loro commenti. 

Criticabili alcune scelte, prima tra tutte la presenza della scrittrice e blogger Teresa Ciabatti che avendo a disposizione pochi minuti di gloria ha deciso di spenderli sputando veleno, dimostrandosi annoiata e quasi irritata da questi testi non alla sua altezza, per non parlare delle prove di velocità, le peggiori di sempre: richieste banali non possono che creare testi banali, con tutto lo sforzo e il genio possibili.
Luca Bianchini
Non criticabile, e che mi ha reso estremamente orgogliosa, la presenza di Luca Bianchini, che nei suoi pochi minuti a disposizione ha portata una ventata di ottimismo e possibilità: è stato un attento osservatore e ascoltatore, presenza allegra e leggera nel senso più positivo del termine.
Ma la domanda che avevo all'inizio rimane: può funzionare un format del genere applicato alla scrittura? Non ne sono convinta, anche la puntata di ieri mancava di qualcosa.
Profondità, forse...ma soprattutto tempo.
Continuo a pensare che i tempi televisivi non potranno mai essere i tempi di uno scrittore.
Un bravo scrittore emerge subito? E' questo che pensano alcuni, anche con un testo dal tema sciocco, scritto in pochi minuti, con la pressione delle telecamere e la presenza dei giurati.
Io non ne sono così convinta: quanto tempo occorre affinché le emozioni, le idee, i ricordi, le immagini diventino testo, parole, una dietro l'altra, legate da un senso, pronte per essere, anche nella loro banalità, percepite, lette, comprese, giudicate?
Bastano davvero quindici o trenta minuti per decretare il futuro di un aspirante scrittore?
Certo, è di televisione che stiamo parlando, in fin dei conti. Potrebbe essere diverso?
Quante domande...troppe!
Poi, mi chiedo ancora: perché proprio un talent per aspiranti scrittori?
Mancano gli scrittori in Italia? Non credo.
Non li conosciamo, questo è certo, ma ci sono. E sono tanti.
In Italia mancano i lettori, è questo il problema di fondo.
Sono certa che ci siano tantissimi bravi scrittori ancora sconosciuti, con idee più o meno attuali, sviluppate più o meno bene, con maggiore o minore formazione...ma dove sono i lettori disposti a dare loro una possibilità?
E la Bompiani non poteva scegliere tra i tanti manoscritti che sicuramente riceve ogni giorno il candidato a cui dare questa grande chance?
Serviva uno spettacolo televisivo. Le cose per funzionare devono fare rumore.
E' così?
Non lo so...io ho solo domande a riguardo.
Qualcuno ha le risposte?

...nel dubbio, continuo a guardarlo.
Chissà...