lunedì 14 aprile 2014

A cup of books da oggi su wordpress!!!!

 
 
Cari amici lettori,
 
A cup of books! Un libro all'ora del tè
 
passa su WordPress all'indirizzo
 
 
Nuove recensioni, nuova immagine, e stessa energia!
 
Vi aspetto!
 
 
http://unlibroalloradelte.wordpress.com/
 
 
 
 
 
 

giovedì 3 aprile 2014

Limonov

Limonov
Emmanuel Carrère
p.356
ADELPHI
Sett. 2012
di Emmanuel Carrère
 
 Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: "è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio" si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato "che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale". La vita di Eduard Limonov, però, è innanzitutto un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile. Perché Carrère riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante - a volte perfino accattivante. Ma mai, assolutamente mai, mediocre. Che si trascini gonfio di alcol sui marciapiedi di New York dopo essere stato piantato dall'amatissima moglie o si lasci invischiare nei più grotteschi salotti parigini, che vada ad arruolarsi nelle milizie filoserbe o approfitti della reclusione in un campo di lavoro per temprare il "duro metallo di cui è fatta la sua anima", Limonov vive ciascuna di queste esperienze fino in fondo, senza mai chiudere occhio, con una temerarietà e una pervicacia che suscitano rispetto. Ed è senza mai chiudere gli occhi che Emmanuel Carrère attraversa questa esistenza oltraggiosa, e vi si immerge e vi si rispecchia come solo può fare chi, come lui, ha vissuto una vita che ha qualcosa di "un romanzo russo".
 
Biografia o romanzo? Dovrei interpellare chi meglio di me sa, e necessita, etichettare con precisione ogni libro pubblicato.
La risposta è chiara ma, credetemi, se ci si immerge in Limonov i contorni tra realtà e finzione lentamente appaiono sfocati, poco chiari, sovrapposti.
E questo non fa altro che sottolineare la grandezza dello scrittore e l'immensità della vita di questo personaggio, politico, scrittore, delinquente, servo. Ma, sopra ogni cosa, uomo.

giovedì 20 marzo 2014

"Born in the U.S.A."

Aspettando la Festa del Racconto 2014
 
 EVENTI E NEWS SUL MONDO DEI LIBRI#10
Da marzo a giugno, nei Comuni di Carpi, Campogalliano, Novi di Modena e Soliera, una serie di appuntamenti dedicati alla scoperta della letteratura, dell’arte e della musica born in the U.S.A.
 
Inizia questa sera 'Born in the U.S.A.', l'incredibile ed entusiasmante viaggio nel cuore della letteratura americana!
Prima tappa: fantascienza. Campogalliano, ore 21.00.

Cliccate qui per conoscere il programma completo di questa splendida iniziativa!

La proposta è vasta e completa, credetemi, il comitato della festa del racconto ha avuto un'idea davvero strepitosa!

 
Anche A cup of books si è iscritto!!
Ho scelto la seconda tappa, dal titolo
"LUCI E OMBRE DEL SOGNO AMERICANO"
 James M. Cain, Elizabeth Strout, Richard Yates
saranno gli autori di riferimento.
Non vedo l'ora!
E' bello leggere, si, ma condividere e scambiare opinioni su romanzi letti eleva  la lettura ad un'esperienza sociale, collettiva, di grande crescita e motivazione.
Non credete?
Allora, non perdetevi questa occasione!
Gruppi di lettura MADE IN USA!
Collegatevi al sito, scegliete la tappa che più vi interessa e iscrivetevi!
A cup of books is in!!
Vi aspettiamo!
 
 
 
 
 

 

martedì 11 marzo 2014

Nulla, solo la notte

Nulla, solo la notte
John Williams
Fazi Editore
138 pp
2014

di John Williams

"Questa stanza è come la mia anima: sporca e disordinata". L'anima di Arthur Maxley è opaca, stretta nell'incertezza della giovane età e in una biografia familiare amara, dove la protezione dei genitori si è polverizzata quando era ancora un ragazzino. Arthur spende la giornata estiva che fa da cornice a questo romanzo breve a San Francisco: qui ci sono le feste di Max Evartz, dove si beve troppo, e l'amico Stafford Lord, sempre in ritardo e terribilmente lamentoso, un giovane viziato da sogni irrealizzabili. Ma non sono le frequentazioni quanto i pensieri ad affollare la mente di Arthur, frammenti di ricordi di un'infanzia che ha al centro una voragine, una madre perduta senza sapere quale sia stata la causa e un padre, uomo d'affari sempre in giro per i continenti, il quale proprio in questo giorno è in città e propone al figlio un incontro. Ed è allora che le parole non si trovano e quelle che vengono pronunciate sono troppo poche e deboli, in un dialogo che non concede nulla al rapporto tra un genitore e un figlio. È a partire da Luisant's, un club immerso nelle strade della metropoli, che consuma la notte e la delusione, un cocktail dopo l'altro con una donna che diventa compagna di solitudini e seduzioni.

Ho scelto di leggere Nulla, solo la notte perchè sentivo il desiderio di conoscere ancora e meglio John Williams.
E in sole centotrentotto pagine ho ritrovato questo autore ancora più vivo e più intenso.
John Williams, uguale nella sua grandezza di scrittore, il padre di Stoner, di quell'uomo apparentemente scialbo e anonimo, ma dall'interiorità complessa, difficile, profonda, destinato ad essere per sempre ricordato, mi ha emozionato e stupito ancora una volta.
Nulla, solo la notte è il romanzo d'esordio di John Williams; un esordio forse non capito, e poco apprezzato.

venerdì 7 marzo 2014

Il richiamo del cuculo

Il richiamo del cuculo
Robert Galbraith
SALANI
547 p.
2013
 
di Robert Galbraith (ovvero...)

Il primo caso per Cormoran Strike in questo romanzo di esordio di Robert Galbraith, pseudonimo di J.K. Rowling, autrice della serie di Harry Potter e de "Il seggio vacante". Londra. È notte fonda quando Lula Landry, leggendaria e capricciosa top model, precipita dal balcone del suo lussuoso attico a Mayfair sul marciapiede innevato. La polizia archivia il caso come suicidio, ma il fratello della modella non può crederci. Decide di affidarsi a un investigatore privato e un caso del destino lo conduce all'ufficio di Cormoran Strike. Veterano della guerra in Afghanistan, dove ha perso una gamba, Strike riesce a malapena a guadagnarsi da vivere come detective. Per lui, scaricato dalla fidanzata e senza più un tetto, questo nuovo caso significa sopravvivenza, qualche debito in meno, la mente occupata. Ci si butta a capofitto, ma indizio dopo indizio, la verità si svela a caro prezzo in tutta la sua terribile portata e lo trascina sempre più a fondo nel mondo scintillante e spietato della vittima, sempre più vicino al pericolo che l'ha schiacciata. Un page turner tra le cui pagine è facile perdersi, tenuti per mano da personaggi che si stagliano con nettezza. Ed è ancora più facile abbandonarsi al fascino ammaliante di Londra, che dal chiasso di Soho, al lusso di Mayfair, ai gremiti pub dell'East End, si rivela protagonista assoluta, ipnotica e ricca di seduzioni.
 
E' stata una lettura durissima. Strano ma vero.
Non si tratta certo di un romanzo impegnativo o di una lettura per esperti. Anzi.
Il richiamo del cuculo di Robert Galbraith (e voi sapete in realtà di chi si parla!!) è stato una grossa delusione.

mercoledì 26 febbraio 2014

APERITIVO LETTERARIO CON...FLAVIO VILLANI!



L'ordine di Babele
di Flavio Villani
Ottobre 2013
LAURANA EDITORE
coll. RIMMEL
547 pp


 
QUANDO? Martedì 25 Febbraio 2014
 
A CHE ORA? 19,00
 
DOVE? Il mio libro di Cristina di Canio Via Sannio, 18 MILANO
 
CON CHI...? Flavio Villani e il suo romanzo d'esordio
 
"L'ordine di Babele"
 
 
 
Ieri è stato un giorno fortunato! Tutti gli impegni di lavoro si sono perfettamente incastrati e sono riuscita a partecipare alla presentazione de "L'ordine di Babele" di Flavio Villani.
Non potevo crederci! Quando sono a Milano non riesco mai a ritagliare tempo per le mie passioni, e invece...bingo!

Insomma, la faccio breve: una serata importante!
Ho letto questo libro mesi fa, a ridosso dell'uscita in libreria. Vi siete persi la recensione?? Cliccate qui!
Una lettura intensa, un romanzo per lettori esperti, ho sempre pensato. Insieme al fatto che un romanzo del genere doveva per forza essere stato scritto da un autore altrettanto impegnato, riflessivo, dal carattere complesso e molto intenso nelle sue passioni.
Ne ho avuto la conferma.
 
Ivano Porpora
scrittore
Il moderatore della serata era Ivano Porpora, scrittore e blogger, che con maestria ha condotto la conversazione con Flavio Villani verso percorsi molto interessanti, fornendo spunti di riflessioni insoliti e acuti.
Due scrittori, uno di fronte all'altro, reciprocamente attenti e coinvolti da tematiche e considerazioni care ad entrambi.
E' stato bellissimo ascoltarli e osservarli.
Un angolino de Il Mio Libro
"L'ordine di Babele", romanzo d'esordio di Flavio Villani, è stato il punto di partenza e di arrivo di una serata incentrata su scrittura e lettura, difficoltà ed emozioni, caos ed equilibrio.

Un romanzo da non perdere, per la sua trama complessa e accattivante, per le riflessioni sulla vita, la morte, l'amore, le relazioni, che l'autore, attraverso le parole e le azioni di uomini e donne descritti con minuzia, ci propone.
La storia di una guerra che volge al termine, ma che nel cuore dei protagonisti non è che all'inizio.
E Flavio Villani, con la sua voce pacata, le sue pause eloquenti, i suoi racconti di vita,  spiega da cosa sono nate quelle pagine, quasi seicento, e ci confessa che sarebbero forse state molte di più se lui stesso non si fosse imposto di concludere in qualche modo.
Questo attaccamento dell'autore alla sua storia, ai suoi personaggi, gli ha permesso di lasciarci in eredità un finale aperto, una moltitudine di immagini e possibilità, di storie nella storia.
La firma delle copie
Ieri sera abbiamo parlato di incipit importanti, di citazioni, di scrittori amati, di lettura e di scrittura. Abbiamo ascoltato Flavio leggere le sue stesse parole, Ivano emozionarsi leggendo  le parole di Flavio che più l'hanno colpito, e la bravissima padrona di casa, Cristina di Canio condividere la sua passione di libraia, attenta ed entusiasta nel parlare dei suoi clienti e dei libri che ama più di tutto.
Molto presto dedicherò un post a Cristina, perché Il mio libro di Via Sannio 18, è davvero un "rifugio per lettori", credetemi! Ed è nato da rara passione...brava Cristina!
 

L'ordine di Babele di Flavio Villani, edito da Laurana: una storia che fa il giro del mondo e che termina il suo viaggio dentro al cuore del lettore facendo esplodere mille domande.
 
...un romanzo vincente!
 
 
 
 
 
 
 

lunedì 24 febbraio 2014

MASTERPIECE...a cup of questions!

In my opinion...!#3
 
 

A cup of questions...!

Ho commentato solo la prima puntata, quella del 17 Novembre 2013.
Poi mi sono limitata a guardare le puntate delle selezioni, e a lanciarmi in qualche tweet più o meno clemente!
Ieri sera è iniziata la tanto attesa fase finale del programma.
Ok, lo ammetto, non l'ho guardata!
Sono a Milano e in questi giorni è la Fashion Week a far da padrona, mettendosi al centro dell'attenzione con sfilate, eventi, e cene tra colleghi e amici.
I finalisti
Ho visto la puntata questa sera, dal sito della Rai, e devo dire che non è stata male: il ritmo più incalzante, i giurati più rilassati, quasi simpatici, e finalmente gli aspirante scrittori più naturali, spontanei nei loro commenti. 

Criticabili alcune scelte, prima tra tutte la presenza della scrittrice e blogger Teresa Ciabatti che avendo a disposizione pochi minuti di gloria ha deciso di spenderli sputando veleno, dimostrandosi annoiata e quasi irritata da questi testi non alla sua altezza, per non parlare delle prove di velocità, le peggiori di sempre: richieste banali non possono che creare testi banali, con tutto lo sforzo e il genio possibili.
Luca Bianchini
Non criticabile, e che mi ha reso estremamente orgogliosa, la presenza di Luca Bianchini, che nei suoi pochi minuti a disposizione ha portata una ventata di ottimismo e possibilità: è stato un attento osservatore e ascoltatore, presenza allegra e leggera nel senso più positivo del termine.
Ma la domanda che avevo all'inizio rimane: può funzionare un format del genere applicato alla scrittura? Non ne sono convinta, anche la puntata di ieri mancava di qualcosa.
Profondità, forse...ma soprattutto tempo.
Continuo a pensare che i tempi televisivi non potranno mai essere i tempi di uno scrittore.
Un bravo scrittore emerge subito? E' questo che pensano alcuni, anche con un testo dal tema sciocco, scritto in pochi minuti, con la pressione delle telecamere e la presenza dei giurati.
Io non ne sono così convinta: quanto tempo occorre affinché le emozioni, le idee, i ricordi, le immagini diventino testo, parole, una dietro l'altra, legate da un senso, pronte per essere, anche nella loro banalità, percepite, lette, comprese, giudicate?
Bastano davvero quindici o trenta minuti per decretare il futuro di un aspirante scrittore?
Certo, è di televisione che stiamo parlando, in fin dei conti. Potrebbe essere diverso?
Quante domande...troppe!
Poi, mi chiedo ancora: perché proprio un talent per aspiranti scrittori?
Mancano gli scrittori in Italia? Non credo.
Non li conosciamo, questo è certo, ma ci sono. E sono tanti.
In Italia mancano i lettori, è questo il problema di fondo.
Sono certa che ci siano tantissimi bravi scrittori ancora sconosciuti, con idee più o meno attuali, sviluppate più o meno bene, con maggiore o minore formazione...ma dove sono i lettori disposti a dare loro una possibilità?
E la Bompiani non poteva scegliere tra i tanti manoscritti che sicuramente riceve ogni giorno il candidato a cui dare questa grande chance?
Serviva uno spettacolo televisivo. Le cose per funzionare devono fare rumore.
E' così?
Non lo so...io ho solo domande a riguardo.
Qualcuno ha le risposte?

...nel dubbio, continuo a guardarlo.
Chissà...
 
 
 
 

martedì 11 febbraio 2014

Stoner


Stoner
John Williams
1965 prima pubblicazione
Febb 2012 I ed.italiana
Fazi Editore
332 pp
di John Williams

William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarantanni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. Come riesce l'autore in questo miracolo letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. È il caso che abbiamo davanti. (Dalla postfazione di Peter Cameron)


lunedì 3 febbraio 2014

Ologramma per il re

Ologramma per il re
Dave Eggers
MONDADORI
281 pp
Ottobre 2013
di Dave Eggers

C'è un uomo, Alan Clay. È americano, divorziato, ha una figlia da mantenere, un'ex moglie che vive in California, che non intende contribuire in alcun modo alle spese e non fa che ripetergli di comportarsi da uomo. Ma che uomo è Alan Clay? Ha cinquantaquattro anni ed è senza lavoro. Per l'America aziendale è un soggetto inutilizzabile, bizzarro quanto un aeroplano fatto con il fango. La crisi dei mercati e della sua vita privata l'ha lasciato stremato, tendenzialmente ubriaco, con un conto cronicamente in rosso, ma ora non ha scelta: se vuole pagare le tasse del college di sua figlia, deve trovarsi presto un lavoro, e ben pagato. La sua unica chance si chiama re Abdullah, il miliardario sovrano dell'Economic City, un'immensa oasi in mezzo al nulla destinata a diventare la città del futuro. Il compito di Alan è difficilissimo. Deve convincere re Abdullah ad acquistare la sua mirabolante invenzione. Un ologramma in grado di far apparire chiunque in 3D, direttamente nella tenda del sovrano. Ma cosa succede se il re tarda ad arrivare? Se i funzionari rimbalzano Alan da un ufficio all'altro? L'esilio rischia di diventare interminabile. E mentre cerca disperatamente di evitare l'ennesimo fiasco della sua vita con la bella dottoressa Zahra Hakem, Alan scopre però che lì in mezzo al deserto una cosa la può fare: scrivere a sua figlia e provare a spiegarle che un genitore non è altro che un essere umano come gli altri, che fa degli errori e ha un ruolo piccolo nel mondo e nella storia...

domenica 26 gennaio 2014

Un bravo padre

Un bravo padre
Noah Hawley
320 pp
MONDADORI
19/03/2013
di Noah Hawley
 
Paul Allen è un reumatologo di successo, uno specialista nel guarire pazienti che presentano sintomi contraddittori, quelli che fanno arrendere tutti gli altri medici. Vive in Connecticut con la seconda moglie e due figli piccoli: una famiglia felice che si è faticosamente costruito dopo un primo, fallimentare matrimonio, dal quale è nato un figlio, Daniel, con cui da un anno non ha più contatti. Finché una sera la televisione trasmette la notizia dello sconvolgente attentato di cui è rimasto vittima il candidato dei Democratici alle elezioni presidenziali. Paul e la sua famiglia stanno cenando come ogni sera, guardano sbigottiti le immagini concitate che scorrono sul video, difficile capire, difficile vederci chiaro, ma dopo pochi minuti emerge il fotogramma che inquadra un uomo in camicia bianca con la pistola puntata: suo figlio Daniel. È lui, inequivocabilmente. Anche se si fa chiamare Allen Cash. Sopraffatto da un vortice di sentimenti - senso di colpa, rabbia, incredulità, amore - Allen non crede alla colpevolezza di suo figlio, vuole capire, scoprire la verità, risolvere il mistero che sembra aver inghiottito Daniel, anche a rischio di perdere tutto quello che la vita gli ha dato, professionalmente e personalmente. Quanto più quel ragazzo diventa un mostro per l'opinione pubblica, tanto più diventa per lui una causa per cui combattere. Ha inizio così per Allen un intenso viaggio negli ultimi mesi della vita del figlio che è anche un viaggio attraverso l'America di oggi e, soprattutto, nella sua coscienza di uomo, di marito, di padre, perso nel disperato tentativo di dare una spiegazione a un gesto che non ne può avere alcuna. Ha scritto l'autorevole "Publishers Weekly": "Paul Allen non è forse un bravo padre nel senso convenzionale del termine, ma è certamente un personaggio splendidamente raccontato e approfondito, il cui percorso emotivo non segna mai il passo, mentre la narrazione procede sicura verso un coinvolgente e toccante finale

martedì 14 gennaio 2014

La fortuna dei Wise


La fortuna dei Wise
Stuart Nadler
Bollati Boringhieri
PP.359
2013
di Stuart Nadler
 
1947. La fortuna cade letteralmente dal cielo per Arthur Wise, piccolo avvocato ebreo di provincia, sotto forma di un aereo della Boston Airways che precipita nel mare del New England: Wise dà il via a una class action vittoriosa che farà di lui il terrore delle compagnie aeree di linea, e un uomo ricchissimo. Compera una magnifica tenuta a Cape Cod, con due case, una per sé, la moglie e il figlio Hilly, l'altra per l'amico e socio Robert Ashley. Con la proprietà arriva anche l'houseboy nero dei precedenti abitanti, Lem Dawson, che viene incaricato di fare la spola con messaggi e documenti tra le due case e i due soci. L'adolescente Hilly si innamora della nipote di Lem, la bellissima Savannah, e l'innocente relazione tra i due ragazzi darà il via a una serie di eventi imprevedibili quanto drammatici. A poche pagine dall'inizio, Stuart Nadler ha già introdotto nella sua storia i temi classici della letteratura americana di sempre: la fortuna improvvisa, le cause legali collettive, l'amicizia maschile, l'amore interrazziale, l'impulsività giovanile, la vendetta, i contrasti tra padre e figlio, la prepotenza del denaro, perfino il baseball... Cinquant'anni dopo ritroviamo tutti a Cape Cod: Hilly è vedovo e ha quattro figlie, Savannah ha un marito e un figlio adottivo, Arthur Wise è stanco e malato, e tutti i personaggi stanno ancora cercando di farsi una ragione di quello che era accaduto nello stesso posto tanti anni prima.

Sono felice che sia proprio questa la prima recensione del nuovo anno! Partiamo alla grande!
Fiera della mia scelta...non sempre è così! I libri da leggere si scelgono per mille motivi, e altri si lasciano li, in attesa...di cosa? Chissà...che venga il momento giusto, forse. Ma giusto per cosa?
Allora mi capita di lasciare che siano i libri a scegliere me e con "La fortuna dei Wise" è successo proprio così!
In libreria mi capitava costantemente tra le mani, anche on-line, durante le mie scorribande, vi incappavo sempre: recensioni, commenti, citazioni...
Insomma, ai consigli di Dicembre delle Librette, un appuntamento organizzato dalla Biblioteca Loria di Carpi con lo scopo di dare consigli di lettura, eccolo apparire di nuovo!
Mi aveva scelto!
Il nostro rapporto non è stato subito dolce: ho iniziato a leggerlo prima ancora che il mio aereo per New York decollasse da Londra, ed ecco la prima riga del primo capitolo "Nella primavera del 1947, quando avevo dodici anni, un aereo passeggeri si schiantò vicino a Naraganset Bay".
Panico. Continuo o chiudo?
Volevo assolutamente passare le otto ore circa che mi aspettavano in compagnia di questo giovane autore americano.
E' solo un romanzo, mi ripetevo, non impressionarti!
Mi crederete pazza...ma vi è mai successo?! Poi non era finita li...l'incidente aereo lungamente descritto.  Sono andata avanti, pagina dopo pagina...il mio volo è stato tranquillo, e io, arrivata a destinazione, ero già follemente innamorata della storia che stavo leggendo, e che giungeva al termine.
Un incidente aereo, un uomo qualunque diventa qualcuno, un figlio diverso da lui, una madre che si chiama fuori da tutto, un custode che ama dipingere, e una bellissima donna di colore.
Una storia che dura oltre cinquant'anni. I personaggi crescono, cambiano, maturano...ma un evento molto misterioso li unisce. Hilly, il giovane Wise,  si porterà dietro questo fatto per tutta la vita, sentendosi talvolta in colpa, talvolta vittima a sua volta, di un padre che si è arricchito, non solo in denaro, quanto in arroganza, potere, superbia.  
Stuart Nadler ci presenta l' America degli anni '50, con la sua energia nuova, la forte pulsione verso i cambiamenti, e le lotte contro le oppressioni sociali. Nascosta dietro ad una maschera di mondo aperto alle diversità, la famiglia Wise vive ancora arroccata dietro alle distinzioni di razza.
La storia di una famiglia che sa cos'è la povertà, ma che ha conosciuto il riscatto e si prende la sua rivincita. La scalata sociale è rapida e stordisce, tutti, senza distinzione.
Saranno proprio i soldi, questa montagna di soldi, guadagnati dimenticandosi del bene delle persone, che convincerà il sig. Wise di poter comprare tutti, di poter scegliere per la sua famiglia, e soprattutto per il figlio, che vivrà costantemente tormentato da questo "amore-odio" verso quel padre, chiacchierato e discusso, la cui fama lo precede ovunque.

Stuart Nadler
Un romanzo denso, vivo: entriamo fisicamente nella bellissima villa di Cape Cod, osserviamo il sig. Wise combattere le proprie battaglie legali assieme a  Robert, il suo fedele collega di una vita, vediamo la giovane moglie, annoiata da queste ricchezze, rimanere sullo sfondo.                                                    E incontriamo il giovane Hilly, che si barcamena con la sua vita, tra il rispetto per il padre che viene progressivamente meno, e la curiosità per la vita, per le persone, che  almeno lui non distingue per il colore della pelle.E saranno proprio quella pelle, scura come la notte, e quegli occhi che brillano come le stelle, a diventare il tormento e la ricerca della sua intera vita.
Il romanzo di un cognome, Wise, che tormenta il giovane Hilly, quel cognome rimanda costantemente al padre, il famoso avvocato che ha battuto grandi compagnie aeree, che si è arricchito, che è amato e temuto. Quel "Wise", che pretende di essere saggio, ma le sue scelte sono andate in un'altra direzione. Devo ammettere che questo paradosso, tra nome e opere, mi ha molto affascinato durante l'intera lettura.
Eventi di vita e di morte, fatti misteriosi e mai spiegati, rapporti tra genitori e figli confusi e sbagliati, rapporti d'amore ostacolati, vietati,  e segreti che ognuno si porta dietro, e che il lettore fa propri, portandosi appresso anche a fine lettura, il peso di queste vite, la loro intensità, e infine l'immensità di un segreto che, quando è svelato, può finalmente dare senso ai dolori di una vita intera.
Accattivante, misterioso, vero: un romanzo che non si dimentica.
 
ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO